Il vero Parco Acquatico sono le “piscine” della Legnochimica e gli altri ecomostri dell’Area industriale di Rende

L’attività della Legnochimica, nell’area industriale di Rende, inizia nel 1969 con la produzione di pannelli in fibra di legno e di tannino. Nel 2002 tutte le attività si fermano e nel 2006 la Legnochimica è posta in liquidazione lasciando come frutto dei suoi 33 anni di attività disoccupazione e inquinamento.

Le acque sature di elementi chimici miste agli scarti di lavorazione del legno, non sono mai state smaltite secondo criteri consoni alla salvaguardia dell’ambiente e della salute, ma raccolte, nel tempo in alcuni bacini artificiali scavati nella terra. Questi “laghetti” negli anni hanno causato un disastro ambientale interessando falde acquifere e corsi d’acqua, Crati compreso. Nessun responsabile è stato individuato e costretto a porre rimedio. La stessa proprietà responsabile dell’inquinamento, il gruppo che fa riferimento alla famiglia Battaglia, ha ancora stabilimenti aperti ed in piena attività nella Zona Industriale.

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L’inverno è alle porte e gli incendi lontani, ma la nostra attenzione è più accesa che mai!

Giugno 2017, ennesimo incendio presso le vasche che contengono i veleni della ex Legnochimica. Noi eravamo lì. Le “istituzioni” accorse ad inscenare la solita commedia della responsabilità hanno assecondato l’ipotesi meno scomoda, quella dell’incendio doloso ignorando totalmente il fenomeno dell’autocombustione verificatasi esattamente un anno prima e durante altre calde estati di cui i residenti ancora conservano il ricordo vivido del benzene respirato.

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