Paolo Cacciari | 4 maggio 2018 |
La caratteristica fondamentale dei “beni comuni” (commons intesi come risorse, forze e sistemi sociali integrati) non è costituita solo dal loro grado di accessibilità e inclusività e nemmeno solo dalla loro inalienabilità, inappropriabilità e preservazione, ma attiene alle forme organizzative e alle modalità della loro gestione, che si presume debbano essere condivise, responsabili, pienamente partecipate e democratiche. L’idea che esistano dei beni e dei servizi, fisici o immateriali, naturali o sociali, concreti o cognitivi, situati o eterei, locali o globali…che appartengono alle comunità viventi nei loro diversi insiemi è un concetto forte, decisamente controcorrente rispetto all’ordinamento socio-giuridico dominato dal pensiero liberista, borghese, sessista e specista.